☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



Prima Pagina

Per la borghesia è la divisa che fa l'eroe


04/01/2017

Alle prime luci del 2017 a Firenze, il sovraintendente della DIGOS Mario Vece, nel tentativo maldestro (era privo delle protezioni in dotazione agli artificieri) di disinnescare un ordigno artigianale posto di fronte alla sede di una libreria legata ideologicamente ai neofascisti di Casa Pound, perdeva un occhio ed una mano nell'esplosione. Da ogni parte delle Istituzioni si sono levati attestati di solidarietà per l'agente ferito definendolo immediatamente un “EROE” fedele servo delle istituzioni democratiche. Ma, al di là della dinamica “dell' incidente sul lavoro” provocato dalla scarsa valutazione dei rischi e della totale inosservanza delle norme di sicurezza alla quale sono tenuti anche i componenti delle forze dell'ordine ed in particolar modo gli artificieri ai quali viene prescritto uno speciale Kit di protezione che, per altro, il sovraintendente Vece non indossava, è doverosa una valutazione politica dell'accaduto e degli opportunistici attestati di solidarietà nei suoi confronti. Di quale EROE stiamo parlando? Stiamo parlando di un poliziotto che nel 2001, (fonte “Il sito di Firenze”) insieme ad alcuni suoi colleghi pestò a sangue un gruppo di ragazzotti tra le quattro mura della questura dove furono portati scambiati per albanesi e per questo motivo insultati e pestati: timpani sfondati, setti nasali fracassati e testicoli tumefatti, trauma cranici e varie altre lesioni. La storia del pestaggio crediamo non sarebbe mai emersa se a farne le spese non fosse stato, tra i quattro ragazzotti portati in questura, il figlio di Vannino Chiti, all'epoca sottosegretario alla presidenza del consiglio. Gli sbirri Paolo Pieri, Stefano Ruffino e l “EROE” del giorno Mario Vece, furono quindi condannati con patteggiamento. Mario Vece prese 14 mesi, la sospensione dal servizio e il successivo trasferimento a Firenze in qualità di artificiere.
Ma allora portare una divisa o un tesserino della DIGOS li trasforma automaticamente in eroi? Considerati i molteplici episodi che hanno visto coinvolti zelanti elementi delle forze dell'ordine nell'esplicazione del loro “dovere”ed in particolare nell'abuso di potere, vessazioni, pestaggi, cariche a freddo, lacrimogeni ad altezza d'uomo, arresti di massa, falsificazione e depistaggi ed omicidi di Stato, il tutto nella più totale impunità, crediamo proprio che portare la divisa o un tesserino della DIGOS, autorizza ad essere innalzati al ruolo dell'EROE, qualsiasi cosa succeda.
E' proprio di poche settimane fa il caso dell'omicidio poliziesco a Sesto San Giovanni del presunto terrorista islamista di Berlino. I due poliziotti, durante un normale controllo si sarebbero trovati di fronte ad un ragazzo con la pistola che avrebbe aperto il fuoco trovando però la “pronta risposta “ dei due agenti uno dei quali avrebbe colpito mortalmente il ragazzo. I due sbirri descritti immediatamente come degli EROI, sulle pagine dei giornali e attraverso i TG. Si sono trovati, loro malgrado, ad affrontare una situazione imprevista non essendo a conoscenza dell'identità del ragazzo arabo? O forse innervositi hanno immediatamente estratto la pistola e sparato uccidendo? Come sia andata non lo sapremo mai ma di certo, all'opinione pubblica, sono stati presentati due nuovi EROI da osannare, anche se loro, gli sbirri in questione, si mostrano sulle pagine di Facebook a braccio teso e dita dritte in saluto fascista. Bene, non abbiamo bisogno di questo genere di EROI che, anzi, inquietano non poco considerando le loro tendenze politiche e la loro predisposizione al pestaggio, alla tortura, ai depistaggi e all'omicidio. Gli EROI, quelli veri, combattono e muoiono, se necessario, contro i soprusi e le nefandezze di questo schifoso sistema e contro chi questo sistema lo difende armi in pugno. Gli EROI sono i proletari e gli antifascisti senza divisa ne tesserino!

Redazione Aurora Proletaria





Link Utili

Elenco Articoli
della prima pagina






Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

Lettera di un operaio FIAT di Torino

" FCA, la fabbrica modello "

Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.