☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



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12 dicembre: strage di Stato e disegni reazionari di oggi


Milano,12 dicembre 1969, le bombe a Piazza Fontana, con 17 vittime e decine di feriti, segnarono l'inizio di una lunga stagione stragista detta “strategia della tensione”.
L’attentato terroristico compiuto da fascisti collegati agli apparati di Stato, con la copertura atlantica, avvenne dopo un periodo di grandi mobilitazioni operaie e popolari, di scioperi e le lotte di piazza. La strage fu la risposta eversiva alla esigenza di cambiamento e di potere della classe operaia e del movimento di classe.
In quell'epoca di boom economico, anche a causa dello spostamento di milioni di lavoratori dal sud al nord e all'estero – a un quarto di secolo dalla caduta del regime fascista – la democrazia borghese era zeppa di funzionari, autorità e portavoce del fascismo stesso.
Una folta schiera di servi di regime, pronti a cambiar bandiera al mutar del vento o a fuggire come tarponi dalla barca che affonda. Un sottobosco ideale per trame eversive nella magistratura e in polizia, nei servizi segreti e basi Nato, per organizzare la violenza di Stato al fine di mantenere il regime, tutelare il funzionamento delle istituzioni repressive, proteggere le illegalità borghesi e imprimere una svolta reazionaria.
Dall'altra parte, era vivo un forte e articolato movimento di classe, operaio e proletario, che lottava per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita sul versante sindacale, mentre su quello politico poneva il problema del potere in fabbrica e nella società, sfidando l'egemonia della classe borghese.
Le lotte nelle fabbriche, gli obiettivi che si ponevano, gli scioperi, le manifestazioni e i cortei, suscitarono l’intervento delle “forze dell’ordine”, le provocazioni di fascisti e polizia, un’infinità di denunce, fermi, arresti, carcerazioni. Quelle bombe non furono una causalità, come non lo fu il depistaggio, che da subito accusò gli anarchici come responsabili e coprì la pista nera dei fascisti, già autori di attentati precedenti a Piazza Fontana.
Fermato Valpreda e "suicidato" Pinelli, lo Stato credeva di cancellare quella stagione di lotta, impartendo una dura lezione al movimento operaio e di classe.
A 52 anni dai fatti, lo stesso potere borghese, tramite l’attuale governo, vara misure come il divieto di manifestazione nei centri storici, contro movimenti proletari e popolari.
Vuole impedire l’espressione della protesta sociale e popolare, salvaguardare gli interessi dei grandi bottegai dei centri storici, proprio quando il governo Draghi vara una legge di bilancio che colpisce pensioni e reddito, mentre licenziamenti, carovita e bassi salari, gettano sul lastrico un numero sempre più vasto di lavoratori e lavoratrici, di precari e disoccupati, di pensionati e giovani.
Le misure prese dal governo sono parte del generale processo di trasformazione in senso reazionario dello Stato e della società, che durante la pandemia da ‘Covid-19’ ha visto un’evidente accelerazione.
Militarizzazione del territorio, controlli polizieschi, potenziamento e messa a punto della macchina repressiva, sono condotti in sintonia con la politica di divisione del mondo del lavoro, anche con l’introduzione del green pass.
Denunciamo le misure repressive e reazionarie, lottiamo per la libertà e i diritti conquistati con le lotte e le mobilitazioni di massa; il nostro impegno di comunisti organizzati è unificare, organizzare e mobilitare, le masse lavoratrici per interessi urgenti e vitali, contro la gestione reazionaria e autoritaria della società borghese, per preparare condizioni e basi per l’offensiva di classe.
12 dicembre 2021
Unione di lotta per il Partito comunista (ULPC)



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Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




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