☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



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La giornata internazionale delle operaie
Lenin (1921)


Supplemento al n. 51 della Pravda, 8 marzo 1921.


Il risultato principale, fondamentale conseguito dal bolscevismo e dalla Rivoluzione d'ottobre è di aver trascinato nella politica proprio coloro che erano più oppressi sotto il capitalismo. Erano strati che i capitalisti schiacciavano, ingannavano, derubavano sia in regime monarchico sia nelle repubbliche democratiche borghesi. Questo giogo, questo inganno, questa rapina del lavoro del popolo da parte dei capitalisti era inevitabile finché esisteva la proprietà privata della terra, delle fabbriche, delle officine.

La sostanza del bolscevismo, del potere sovietico, è che essi smascherano la menzogna e l'ipocrisia della democrazia borghese, aboliscono la proprietà privata della terra, delle fabbriche, delle officine e con-centrano tutto il potere dello Stato nelle mani delle masse lavoratrici e sfruttate. Queste masse prendono nelle loro mani la politica, cioè l'edificazione di una nuova società. È un compito difficile: le masse sono state abbrutite, soffocate dal capitalismo, ma non esiste e non può esistere altra via per uscire dalla schiavitù salariata, dalla schiavitù capitalistica.

Non è possibile però far partecipare le masse alla politica se non vi si attirano le donne. In regime capitalistico, infatti, la metà del genere umano, formata dalle donne, subisce una duplice oppressione. L'operaia e la contadina sono oppresse dal capitale e, per di più, - persino nelle repubbliche borghesi più democratiche, permane, in primo luogo, l'ineguaglianza giuridica, cioè la legge non concede alle donne l'eguaglianza con gli uomini; in secondo luogo, - e questa è la questione capitale, - esse subiscono la «schiavitù domestica», sono «schiave della casa», soffocate dal lavoro più meschino, più umiliante, più duro, più degradante, il lavoro della cucina e della casa che le relega nell'ambito ristretto della casa e della famiglia.

La rivoluzione bolscevica, sovietica distrugge le radici dell'oppressione e dell'ineguaglianza delle donne assai più profondamente di quanto, fino ad oggi, abbiano osato nessun partito e nessuna rivoluzione. Da noi, nella Russia sovietica, non è rimasta nessuna traccia dell'ineguaglianza giuridica tra uomini e donne. Il potere sovietico ha abolito del tutto l'ineguaglianza particolarmente ignobile, abietta e ipocrita che improntava il diritto matrimoniale e familiare, la ineguaglianza nei riguardi dei figli.

Tutto ciò è appena il primo passo verso l'emancipazione della donna. Eppure questo primo passo non ha osato farlo nessuna delle repubbliche borghesi, sia pure la più democratica. Non ha osato, arrestandosi pavida di fronte alla «sacra proprietà privata».

Il secondo passo, quello più importante, è stato l'abolizione della proprietà privata della terra, delle fabbriche e delle officine. Quest'abolizione, ed essa sola, apre la strada all'emancipazione completa ed effettiva della donna, alla sua liberazione dalla «schiavitù della casa», perché segna il passaggio dalla meschina, chiusa economia domestica alla grande economia socializzata.

Questo passaggio è difficile: bisogna trasformare gli «ordinamenti» più radicati, tradizionali, inveterati (in verità si tratta di infamia, di barbarie e non di «ordinamenti»). Ma il passaggio è cominciato; ci siamo messi al lavoro e già marciamo su una via nuova.

In occasione della giornata internazionale delle lavoratrici, le operaie di tutti i paesi del mondo, raccolte in innumerevoli comizi, invieranno il loro saluto alla Russia sovietica che ha iniziato un'opera estremamente difficile, ardua, ma grande, di portata mondiale, foriera di una vera emancipazione della donna. Echeggeranno appelli coraggiosi a non lasciarsi intimorire dalla reazione accanita e talvolta feroce della borghesia. Quanto più un paese borghese è «libero» o «democratico», tanto più la banda dei capitalisti si accanisce e infierisce contro la rivoluzione operaia; basta prendere come esempio la repubblica democratica degli Stati Uniti. Ma la massa degli operai si è ormai risvegliata. Si sono risvegliate definitivamente con la guerra imperialistica le masse addormentate, sonnolente, inerti dell'America, dell'Europa e dell'Asia arretrata.

In tutte le parti del mondo il ghiaccio è rotto.

La liberazione dei popoli dal giogo dell'imperialismo, la liberazione degli operai e delle operaie dal giogo del capitale compie progressi irresistibili. Quest'opera è stata intrapresa da decine e centinaia di milioni di operai e di operaie, di contadini e di contadine. Quest'opera, la liberazione del lavoro dal giogo del capitale, trionferà in tutto il mondo.





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Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

Lettera di un operaio FIAT di Torino

" FCA, la fabbrica modello "

Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.