☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



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Astensione operaia!


Da Scintilla n. 86, febbraio 2018
http://www.piattaformacomunista.com/


La classe operaia non può aspettarsi niente di buono da queste elezioni. L’intero processo elettorale, la legge elettorale, i programmi dei partiti in lizza, dimostrano un carattere profondamente antioperaio.
Si tratta di elezioni gestite dietro il paravento dal capitale monopolistico, che ha già pronta la sua soluzione di governo, qualsiasi sarà il risultato elettorale.
Queste elezioni - che esprimono la decadenza della democrazia borghese e di un Parlamento che non conta nulla di fronte alla Borsa - non riservano altra scelta alla classe operaia, che non sia il rifiuto consapevole del voto. Noi comunisti insistiamo sul significato politico dell’astensione attiva in questa tornata elettorale.
Votare per la politica interclassista e ambigua del M5S, per il confusionismo di “Potere al popolo”, per i socialdemocratici di LeU responsabili di tante sconfitte operaie, non è un’alternativa, ma un voto inutile e dannoso dal punto di vista proletario.
Nemmeno serve appoggiare liste che di comunista hanno solo il simbolo, ma sono distanti anni luce dal programma e dalla politica del proletariato rivoluzionario.
In assenza di un autentico partito indipendente di classe, o almeno di una lista di fronte unico proletario, il rifiuto del voto è oggi sul piano elettorale la forma più efficace, radicale e incisiva di protesta sociale. E’ la scelta più seria della classe operaia, quella che esprime la maggiore carica di ribellione contro il capitalismo agonizzante che ci condanna allo sfruttamento bestiale, alla disoccupazione, alla povertà, all’insicurezza della vita, che ci nega i diritti e il futuro.
Astenersi in queste elezioni vuol dire rivendicare tutte le lotte che abbiamo condotto in questi ultimi cinque anni (art. 18, licenziamenti, scuola, ambiente, controriforme, etc.) che sono state sistematicamente disattese, represse, tradite, dai partiti borghesi e piccolo borghesi.
Vuol dire esprimere tutto il disgusto che proviamo per una classe dominante e i suoi valletti, incapaci di rispondere alle esigenze reali dei lavoratori, dei giovani, delle donne, ma capaci di funzionare come una gigantesca idrovora che succhia la ricchezza che gli operai producono.
Decidere di non votare è non solo legittimo, ma doveroso in elezioni manipolate da una legge elettorale fraudolenta. E’ la soluzione politicamente e moralmente più limpida, la più dignitosa, la più civile per dire NO a questo barbaro sistema economico, politico e sociale.
Lavoriamo per ottenere la più alta astensione (così come di voti nulli e bianchi) così da delegittimare l’ordinamento borghese, togliere autorità e consenso alla classe dominante, ai suoi politicanti corrotti, ai suoi governi predoni.
Rifiutiamo assieme al voto un sistema reazionario su tutta la linea, incapace di dare risposte ai bisogni operai, ma pronto a proseguire nella sua criminale politica di miseria e di guerra.
Questa è la “campagna elettorale” del proletariato rivoluzionario, che non smetterà per un attimo di agitare le sue rivendicazioni parziali e il suo programma politico chiaro e preciso, che si basa sulla lotta generale di tutti gli sfruttati e gli oppressi contro gli sfruttatori e gli oppressori, mirando diritto alla rivoluzione e al socialismo!
Non ci facciamo fregare, non votiamoli, ma boicottiamoli, organizziamoci e lottiamo per conquistare una nuova società!



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Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

Lettera di un operaio FIAT di Torino

" FCA, la fabbrica modello "

Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.