☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



Prima Pagina

DALLO “STATO SOCIALE” ALLA CARITA' PADRONALE.
VOGLIAMO DIRITTI, NON MANCE !!


Da parecchi anni i politici e i sindacalisti servi dei padroni ci raccontano che per uscire dalla crisi le masse popolari ed in particolare i lavoratori, devono fare sacrifici perchè le risorse scarseggiano ed il problema sarebbe il debito pubblico. Secondo questi servi abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possiblità ed ora vanno tagliati i salari e i servizi pubblici, e privatizzati i beni comuni come ad esempio l'acqua. Dati in pasto a banche, assicurazioni, multinazionali.. cioè al grande capitale che ha causato la crisi (a partire da quella immobiliare-”subprime” nel 2008).
Paradossalmente è proprio l'aumento incessante della produttività la causa prima di crisi nel sistema capitalista, produttività piegata unicamente alla logica del profitto e delle devastanti (per noi proletari) guerre di concorrenza. Il risultato è noto: la gran parte della popolazione si è impoverita, e sbattuta fra le tempeste della mondializzazione, la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi parassiti. Aumentare produttività e competitività, ridurre il debito “pubblico”: i padroni ed i loro governi conducono una vera lotta di classe contro gli operai (negando a noi diritto di combatterla) cercando di eliminare tutti i diritti conquistati (ricordiamo per tutti lo smantellamento dell'articolo 18) con le dure lotte nei decenni passati.

Le sconfitte e l'arretramento da parte operaia – in gran parte opera della subdola e sistematica collaborazione delle dirigenze sindacali – hanno aperto ancor piu' spazi a questa guerra condotta dall'alto. Cosi oggi è l'ora del progetto di “welfare integrativo aziendale” diventato già realtà con la firma del recente contratto dei metalmeccanici.

Il welfare aziendale rimpiazzerà parzialmente il monte ore degli operai con una remunerazione sotto forma di “beni o servizi” e aumenterà i profitti delle aziende grazie alla detassazione, tagliando ad esempio l'IRAP che serviva a finanziare proprio la sanità pubblica. Favorirà le imprese private del settore sanitario ed assicurativo convenzionate con l'azienda in un ghiotto scambio di favori fra capitalisti, sulla nostra pelle.

In caso di licenziamento l'operaio perderà il diritto alla salute pure per la propria famiglia. Inoltre, se il lavoratore non riuscirà a spendere, nelle forme previste da questo welfare aziendale, le somme ad esso destinate, esse verranno assorbite automaticamente nel FONDO COMETA nei fondi pensione.

Si tratta di un passo importante che va ad intaccare ancor piu' le prestazioni pubbliche gratuite che costituiscono l'essenza dello stato sociale. E se perdi il lavoro perderai anche quote importanti di servizi ed assistenza come, appunto quella sanitaria.
Assicurazioni, banche, scuole private, etc, tutti pronti a lucrare sui bisogni primari dei lavoratori. Le aziende che hanno deciso di “stipendiare in natura” i lavoratori con buoni pasto, benzina, acquisti nei super mercati e prestazioni sanitarie, usufruiranno anche di un sostanzioso sconto fiscale mentre l'operaio rischia di perdere ogni diritto, anche quello alla salute pubblica. Abbiamo già ceduto troppo (anche grazie alla complicità dei sindacati di regime con i padroni), mettendo a serio rischio la nostra esistenza ed il futuro dei nostri figli!
Se gli operai cederanno alle trappole e alle minacce che i padroni utilizzeranno per far loro accettare il welfare aziendale, lo stato sociale per il quale la classe operaia si è battuta, sarà seriamente compromesso e i capitalisti si impossesseranno totalmente della nostra vita! Ed è proprio la classe operaia che rappresenta lo scoglio principale da superare per poter distruggere definitivamente tutti i diritti che sono stati conquistati con la lotta ed il sangue nelle piazze e nelle fabbriche delle nostre città. Non possiamo più sopportare altro!
Dobbiamo organizzarci autonomamente e prepararci a combattere costruendo una rete di solidarietà attiva con altri lavoratori ed altri proletari in lotta, al di la del loro settore produttivo. La solidarietà tra proletari è la prima arma con la quale resistere e riorganizzare un nostro fronte di classe. Contro il loro sfruttamento, contro la loro repressione!



8 Maggio 2017 – Redazione Aurora Proletaria



Link Utili

Elenco Articoli
della prima pagina






Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

Lettera di un operaio FIAT di Torino

" FCA, la fabbrica modello "

Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.