☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



Prima Pagina

Escalation Imperialista


Aprile 7, 2017

Alessandro Lattanzio, 7/4/2017


Il 6 aprile, presso Dair al-Zur, l’EAS eliminava 48 terroristi, 1 carro armato T-62 e 6 pickup Toyota armati e liberava Tal Hilal, Tal Dasham e Tal Milad. Presso Hama, a Qan Shayqun, i terroristi organizzavano un nuovo attacco chimico sotto falsa bandiera, seguendo un piano tracciato da inglesi, sauditi e turchi per isolare la Siria e concedere agli Stati Uniti la scusa per intervenire direttamente contro la Siria. I terroristi, sotto il comando inglese, disposero deliberatamente gas Sarin di produzione turca in un deposito di armi di cui erano sicuri sarebbe stato distrutto dai cacciabombardieri siriani. Una volta bombardato, i gas rilasciati uccisero oltre 80 civili. Presso Idlib i terroristi, coordinati da inglesi e turchi, bombardavano la città di al-Fuah. L’Esercito arabo siriano sventava gli attacchi di Tahrir al-Sham, Hizb Islami al-Turqistan, Ajnad al-Qavkaz, Ahrah al-Sham, Prima divisione costiera e Decima brigata dell’ELS, Jaysh al-Nasr e liwa al-Sham su Jabal al-Aqrad, Qinsiba, Qalat Shalaf e Jabal al-Turqmani, a nord di Lataqia. Gli attacchi provenivano da cinque direzioni da est, mentre i terroristi spararono oltre 1000 proiettili d’artiglieria sulle postazioni dell’Esercito arabo siriano per coprire l’attacco; ma l’Esercito arabo siriano respingeva l’assalto senza subire una sola perdita ed infliggendone di gravi ai terroristi.

Il 7 aprile, 59 missili da crociera Tomahawk venivano sparati da 2 cacciatorpediniere dell’US Navy schierati nel Mediterraneo orientale sull’aeroporto di al-Shayrat, a sud-est di Homs, uccidendo 9 civili. Il Governatore di Homs Talal Barazi dichiarava che gli attacchi missilistici degli Stati Uniti supportavano gruppi terroristici e SIIL, ribadendo che “Questo attacco non c’impedirà di continuare la lotta al terrorismo. Non siamo sorpresi dal vedere USA e Israele sostenere il terrorismo“. I gruppi terroristici della cosiddetta “coalizione nazionale siriana” affermavano, “Speriamo in ulteriori attacchi… e che questi siano solo l’inizio“. Il regno saudita definiva l’aggressione alla Siria una “decisione coraggiosa” di Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu celebrava l’attacco come “messaggio forte” inviato alla Siria. Tel Aviv, che sosteneva i gruppi terroristici contro la Siria, e Parigi dichiaravano di essere stati informati dagli Stati Uniti dell’attacco. Nel frattempo, la Turchia salutava il bombardamento degli Stati Uniti e il portavoce del presidente turco Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, invocava la necessità d’imporre una no-fly zone e “zone sicure” in Siria. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva ordinato l’attacco missilistico sotto il pretesto dell’attacco chimico provocato dai terroristi, il 5 aprile. La base aerea di al-Shayrat era in prima linea nelle operazioni contro i terroristi e fu la base da cui partì la risposta agli attacchi aerei israeliani di marzo, che abbatteva 2 caccia israeliani ed irritava Tel Aviv, che minacciò di distruggere le difese aeree della Siria.
Il 7 aprile 2017, alle 03:42-03:56 ora di Mosca, al largo di Creta, i 2 cacciatorpediniere della marina statunitense USS Porter e USS Ross sparavano 59 missili da crociera Tomahawk contro la base aerea di Shayrat, nella provincia di Homs, in Siria. Nell’attacco statunitense venivano distrutti 6 aviogetti MiG-23, ma la pista rimaneva intatta, secondo il Ministero della Difesa russo. L’attacco dell’US Navy distruggeva un deposito, un edificio, una mensa, sei MiG-23 fuori uso in riparazione in un hangar e una stazione radar. La pista, le vie di rullaggio e gli aerei operativi schierati sul piazzale del parcheggio rimanevano illesi, secondo il Ministero della Difesa russo che descriveva, ironicamente, l’efficienza dell’attacco “piuttosto scarsa”. Inoltre, secondo le fonti del Ministero della Difesa russo, solo 23 dei 59 missili avevano raggiunto la base aerea siriana. In effetti, il pilota dell’Aeronautica romena Valentin Vasilescu già nel settembre 2013 descrisse come le difese aeree siriane avrebbero risposto a un attacco missilistico degli USA. Il Ministero della Difesa russo definiva l’azione degli Stati Uniti “una grave violazione” del protocollo d’intesa firmato da Mosca a Washington nel 2015 per impedire incidenti nello spazio aereo siriano. Ogni giustificazione dell’attacco è “infondata”, continuava il ministero, che concludeva, “Numerose misure volte a rafforzare e migliorare l’efficacia del sistema di difesa aerea siriana saranno attuate nell’immediato futuro per proteggere le parti vitali dell’infrastruttura siriana“. Inoltre, lo Stato islamico attaccava le postazioni dell’Esercito arabo siriano lungo la strada Homs-Furqlus-Palmyra, contemporaneamente all’attacco missilistico statunitense. “E’ una coincidenza che i terroristi dello SIIL attaccassero una delle linee di difesa sulla strada Homs-Palmyra, contemporaneamente all’attacco degli Stati Uniti sulla base Shayrat?” Intorno alle 2:00 i terroristi occupavano del territorio per più di un’ora prima dell’arrivo dei rinforzi delle truppe governative. Quindi, l’Esercito arabo siriano respingeva di nuovo i terroristi nelle profondità nel deserto.
Il Ministero degli Esteri russo annunciava la fine di tutti gli accordi riguardanti la sicurezza dello spazio aereo sulla Siria, e dichiarava la presenza militare degli Stati Uniti in Siria illegale e che gli attacchi da parte del governo degli Stati Uniti erano un atto di aggressione e violazione di tutte le convenzioni e leggi internazionali. La dichiarazione inoltre invitava il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una sessione d’emergenza per discutere dell’aggressione degli Stati Uniti alla Siria e annunciava la cessazione di tutti gli accordi sulla sicurezza area sulla Siria con gli Stati Uniti. La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova dichiarava che Washington aveva deciso di colpire la Siria anche prima dell’attacco false flag di Qan Shayqun, presso Idlib, utilizzato quale pretesto per gli attacchi degli Stati Uniti; un atto di aggressione contro la sovranità dello Stato siriano, affermando che Damasco non ha mai usato armi chimiche, fatto sempre confermato dagli esperti.
L’aggressione degli Stati Uniti alla Siria innescava la risposta di Pechino. Il Ministero degli Esteri cinese dichiarava che il rispetto del popolo siriano nella scelta del proprio leader va mantenuto.

Fonte:
Sito Aurora
Fort Russ
PressTV
RussiaToday
Syrian Perspective





Link Utili

Elenco Articoli
della prima pagina






Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

Lettera di un operaio FIAT di Torino

" FCA, la fabbrica modello "

Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.