☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



Repressione e prigionieri rivoluzionari

La Germania tiene per mano le carceri in Turchia


Intervista a Sadi Ozpolat, compagno turco che ha passato nelle galere turche 17 anni, condannato a 6 anni in carcere in Germania per “appartenenza a associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale” art. 129b (il pari del 270bis in Italia) dovrebbe uscire il 12 maggio del prossimo anno

Ci sono differenze fra le carceri turche e tedesche?

(Sadi dice che le differenze ci sono ma non sono essenziali, piuttosto, sottolinea, ci sono similitudini …).

In entrambi i paesi esiste la tortura dell’isolamento. Ed è tanto scientifica come mostrano alcune sentenze giuridiche, al punto che l’isolamento rappresenta una prassi di tortura. In Turchia come in Germania la tortura viene soprattutto impiegata contro i prigionieri rivoluzionari; adottata anche e in misure sottovalutate, contro prigionieri non colpiti da accuse politiche.

In entrambi i paesi la logica del carcere ha un’eguale funzione. Cerca di allontanare i prigionieri rivoluzionari dai pensieri e dagli intrecci rivoluzionari per costringerli attraverso il pentimento ad abbandonare. Persino la lettura può essere effettivamente ostacolata e vietata, questo vale anche per le letture legali e serve allo scopo di annientare l’identità rivoluzionaria. Io, per esempio, sono stato costretto, per avere i libri in cella, a portare avanti uno sciopero della fame di 18 giorni e successivamente di 44 giorni. Fra i libri e le riviste vietate in carcere qui ci sono persino libri pubblicati da me, come anche la rivista “Yuruyus” legale in Turchia e “Gefangenen Info” altrettanto legale qui.

In entrambi i paesi si cerca di interrompere collegamenti e possibilità di contatti con il mondo esterno, al fine di intensificare l’isolamento. Per questo in Turchia come in Germania viene ostacolata la corrispondenza; le visite e i contatti con persone, conoscenti e avvocati vengono ridotte il più possibile.

La differenza fra i due sistemi carcerari, in fondo, esiste soltanto nei modi e nella frequenza di esercitare però la medesima prassi.

In Turchia sei stato portavoce di scioperi della fame durissimi (1). Come consideri questa lotta?

In carcere lo sciopero della fame fino alla morte è un metodo di lotta efficiente. Gli esempi nel mondo sono tanti. Uno di questi, quello condotto dai prigionieri dell’IRA (2), si è concluso con una vittoria. Nel nostro paese, noi prigionieri del DHKP-C (Fronte-Partito Rivoluzionario di Liberazione Popolare) più volte abbiamo intrapreso lo sciopero della fame illimitato, cogliendo delle vittorie. Questo tipo di sciopero è riconosciuto come forma di resistenza, resa necessaria in considerazione degli attacchi dello stato contro l’identità rivoluzionaria dei prigionieri.

In particolare noi prigionieri del DHKP-C ci siamo adoperati a far sì che questo metodo venisse modificato. La discussione non ruotava attorno al quesito se lo sciopero della fame illimitato è o non è una forma di resistenza, ma, al contrario se suscita o no resistenza. Nelle forme di resistenza sono assieme compresi il rifiuto dell’appello (della conta), l’elevamento di barricate in diversi punti del carcere e la presa in ostaggio di guardie e direttori.

Lo sciopero della fame illimitato si presenta come la forma di resistenza più efficace e più forte. Dursun Karatas (3) spiegava allora, che quel tipo di sciopero della fame è una forma d’azione piena di possibilità, potrebbe concludersi nelle prime battute, come anche essere portata avanti mesi, anni. Tende, fra l’altro, a politicizzare la popolazione, a unirla nella resistenza, a smascherare lo stato, a rafforzare le fila rivoluzionarie e a mettere a prova le volontà e l’ideologia rivoluzionarie. Per tanti aspetti questo è un metodo colmo di effetti. Gioca un ruolo importante e decisivo nella storia della resistenza del nostro paese. Secondo noi quello sciopero rappresenta uno schema di resistenza che i movimenti rivoluzionari del mondo devono analizzare.

Qual’è la situazione generale dei prigionieri in Turchia?

I prigionieri rivoluzionari in Turchia vengono sottoposti in misura permanente alla politica della repressione e della tortura. Ma, sotto la spinta della resistenza, gli attacchi non hanno efficacia, così il carcere invece di essere un luogo dove lo stato oligarchico turco può portare colpi forti alla rivoluzione, diventa luogo in cui si rafforzano volontà e identità rivoluzionarie. Così si formano i rivoluzionari per la lotta fuori. Questa è la lotta della volontà in cui il capo del nostro partito, Dursun Karatas, anni fa ha intrapreso fino a raggiungere obiettivi importanti. Lui non ha permesso che lo stato riuscisse a adoperare le carceri per distruggere l’identità rivoluzionaria. Piuttosto le carceri sono diventate ‘scuola di rivoluzione’.

Facendo di Stammheim esempio, l’Unione Europea (UE) e la Germania hanno giocato un ruolo importante nell’introduzione delle carceri F-Typ. Sei d’accordo?

Sì è così. Il sistema imperialista sviluppa rapporti attraverso esperimenti che si influenzano reciprocamente. Questo vale anche per la politica carceraria. In Turchia l’isolamento è direttamente alimentato dalla prassi d’isolamento nel mondo. In concreto, sì, crediamo che l’UE e la Germania hanno dato vigore alla costruzione delle carceri d’isolamento F.Typ (4) in Turchia.

Perché oggi non ci sono collettivi di prigionieri?

Il fatto che in Germania non esista più nessuna organizzazione fra prigionieri la considero una grave carenza. Un’organizzazione integra prende vita dalla lotta. L’estensione della lotta contro la situazione nelle carceri porta con sé organizzazione. La lotta suscita la necessità, fenomeno che a sua volta porta con sé la soluzione alle carenze.

Note

1. Lo sciopero della fame fino a morire in Turchia, contro l’introduzione dei bracci di isolamento – sul modello di Stammheim iniziò nel 2000 e terminò nel 2007. Vi trovarono la morte 122 prigionieri.

2. Nello sciopero della fame del 1981 morirono sette militanti dell’IRA e tre dell’INLA (Irisch National Liberation Army). La richiesta centrale dello sciopero della fame del 1980 era di indossare abiti civili in connessione al riconoscimento di prigionieri politici - che non venne accolta; lo sciopero, stavolta a staffetta, per rendere possibile una più lunga durata, venne ripreso nel marzo 1981. I precedenti, a cominciare dal 1976 furono i Blanket Protests (protesta della coperta adoperata al posto della divisa), che sfoceranno nella Dirty Protests (protesta della sporcizia per eludere i controlli …)

3. Dursun Karatas (1952-2008) venne arrestato nel colpo di stato del 1980 (in Turchia); nel 1989 riuscì a fuggire. Come prigioniero prese parte allo sciopero della fame illimitato del 1984 contro l’introduzione della casacca; successivamente venne eletto presidente del DHKP-C.

4. Nel 2000 in Turchia venne introdotto il carcere d’isolamento modello Stammheim-Stoccarda (allo stesso tempo è il carcere dove vennero uccisi nell’ottobre 1977 militanti della Raf Jan-Carl Raspe, Gudrun Ensslin, Andreas Baader).

Fonte : http://www.infoaut.org









Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




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Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.