☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



Cenni Storici

La rivoluzione d'ottobre oggi:
combattere con tenacia e determinazione il revisionismo e il riformismo


Per celebrare il 99esimo anno della rivoluzione bolscevica abbiamo scelto un articolo che mette in risalto il ruolo del compagno STALIN non certo al fine di idolatrarne la figura ma per contestualizzarne l'immensa opera rivoluzionaria. Considerando i persistenti e continui tentativi che da più parti della sinistra borghese (ed anche negli ambienti del così detto antagonismo) di denigrare la figura di Stalin per fini opportunistici mettendo in discussione l'intero impianto della teoria e della coscienza rivoluzionaria comunista, crediamo sia utile ricordare la "pratica" rivoluzionaria di questo compagno contrastando tutti i revisionismi e i riformismi.
W LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE, VIVA LENIN, VIVA IL COMPAGNO STALIN!
(la Redazione di Aurora proletaria)


IL RUOLO DI STALIN NELLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE



Va di moda presentare la Rivoluzione d'Ottobre come un evento da cui Stalin sarebbe stato del tutto estraneo. Anzi, si è giunti pure a dire che essa è stata diretta e capeggiata da Trotskij e che questi avrebbe avuto un ruolo ancora maggiore del reale ispiratore e condottiero dell'epopea rivoluzionaria russa, Vladimir Lenin. Tutte queste sono falsificazioni storiche atte ad estraniare il marxismo-leninismo dalla Rivoluzione d'Ottobre; erano già state propugnate dai trotskisti all'indomani e anche prima della vittoria della linea marxista-leninista capeggiata da Stalin nel partito bolscevico, dopo la morte di Lenin, quando giunsero ad estraniare quest'ultimo dal suo ruolo fondamentale nella Rivoluzione e a sostituirlo con Trotskij.

Per tutto il corso della Rivoluzione d'Ottobre e degli eventi che portarono all'insurrezione del 7 novembre 1917, Stalin si considerò sempre un allievo di Lenin in ogni campo. Già dopo avere intrapreso lo studio delle opere di Marx, Engels e Lenin, infatti, Iosif Vissarionovic era entrato nel POSDR (Partito Operaio Socialdemocratico Russo) e aveva capeggiato la minoranza (e poi maggioranza) marxista in Transcaucasia. Fu nel corso di questi anni che, temprandosi come rivoluzionario, Stalin arrivò ai vertici del Partito e lavorò in stretto contatto con Lenin.

Già nel VI Congresso del POSDR(b), Stalin (insieme a Sverdlov e Orghonikidze) era stato scelto da Lenin per rappresentare la sua linea, poiché egli era assente per sfuggire alla persecuzione spietata attuata dal governo di Kerenskij nei confronti dei bolscevichi. Nel corso del Congresso la linea leninista ottenne degli importanti successi, in quanto riuscì a far inserire il centralismo democratico nello Statuto, a respingere le proposte della fazione trotskista di aspettare lo scoppio della rivoluzione in Europa e quelle di Bucharin, il quale si opponeva all'alleanza con i contadini.

Fu pochi giorni prima dell'insurrezione che già si delineavano le differenze fra la linea di Lenin e quella di Trotskij. Questi infatti proponeva di attendere il Congresso dei Soviet prima di scatenare l'insurrezione, cosa che ne avrebbe decretato la disfatta. Lenin invece capì che occorreva lanciare subito l'insurrezione armata e non dare tempo al governo per rispondere. Analogamente avvenne un'aspra lotta fra le posizioni leniniste e quelle di Kamenev e Zinov'ev. Stalin appoggia la linea leninista su ogni questione e, quando viene costituito l'Ufficio Politico del Comitato Centrale incaricato di dirigere la rivolta, fu chiamato a farne parte.

In sede di Comitato Centrale, venne eletto il centro del Partito per il coordinamento dell'insurrezione, composto da Stalin (in qualità di presidente), Sverdlov, Dzherzinskij, Bubnov e Uritsky. E fu svolgendo questo importante incarico che in prima persona, assieme al Comitato Militare Rivoluzionario, dall'istituto Smolny, diresse le guardie rosse nella presa del potere.

Anni più tardi, nel 1924, in “Trotskismo o leninismo?” ricorderà: “In tal modo, a questa seduta del CC (si riferisce a quella dove venne eletto il centro del Partito per il coordinamento dell'insurrezione) è accaduto, come vedete, qualcosa di ‘orrendo', cioè nel centro pratico, chiamato a dirigere l'insurrezione, non è entrato, strano a dirsi, ‘l'animatore', la ‘figura principale', ‘l'unico dirigente' dell'insurrezione, Trotskij. Come conciliare questo con l'opinione corrente sulla funzione particolare di Trotskij? (…) non vi è, in fondo, nulla di strano, poiché Trotskij, persona relativamente nuova per il nostro Partito nel periodo dell'Ottobre, non ha avuto e non poteva avere nessuna funzione particolare né nel Partito né nell'insurrezione dell'Ottobre. Egli, come tutti i dirigenti responsabili, non era che un esecutore della volontà del CC e dei suoi organi. Chi conosce il meccanismo di direzione del partito bolscevico, capirà senza grandi difficoltà che la cosa non avrebbe neppure potuto essere differente: sarebbe bastato che Trotskij trasgredisse la volontà del CC perché egli perdesse ogni influenza sul corso degli avvenimenti. Le chiacchiere sulla funzione particolare di Trotskij sono una leggenda, propugnata dalle servizievoli comare del Partito” .

È chiaro che Trotskij non aveva alcuna funzione dirigente nella Rivoluzione d'Ottobre, mentre Stalin ne era un comandante in prima linea. Questo, però, senza che negasse mai la funzione centrale di Lenin e del leninismo come guida della Rivoluzione: sicuramente, senza la profonda elaborazione teorica e pratica di Lenin e del suo approfondimento del marxismo, difficilmente sarebbe esistito il partito bolscevico e non sarebbe stato capace di portare alla vittoria la rivoluzione in Russia.

Ma non solo Stalin svolse un ruolo centrale nel trionfo della Rivoluzione; lo svolse anche nella sua difesa e nel suo consolidamento durante la guerra civile. Quando cioè venne inviato anche nei fronti più pericolosi e in bilico, dove riorganizzò le forze dell'Armata Rossa e permise loro di vincere i “bianchi” e i loro alleati controrivoluzionari esteri. In particolare, è da ricordare la vittoria decisiva ottenuta a Tsaritsyn (non a caso rinominata in seguito Stalingrado, dal 1962 Volgograd), dove sconfisse le armate bianche impedendo loro di aprire una nuova falla nel fronte che li avrebbe portati a privare il governo centrale dei centri di approvvigionamento del grano del bacino del Volga.

E benché si fosse guadagnato la fiducia di vari dirigenti bolscevichi, Trotskij, a capo dell'Armata Rossa, disorientò notevolmente i soldati con le sue tattiche inconcludenti e non fu capace di frenare la corruzione e la scarsa disciplina dilaganti. In particolare fu controproducente reintegrare i vecchi generali zaristi senza neanche testarne l'attaccamento alla causa del socialismo. Più volte, infatti, Stalin dovette scontrarsi con Trotskij riguardo alle tattiche da adottare e quelle che mise in pratica a Tsaritsyn si rivelarono nei fatti vincenti.

Tutto questo senza rimarcare che fu Stalin il dirigente del partito bolscevico nella costruzione del socialismo in Unione Sovietica. Morto prematuramente Lenin, egli seppe contrastare con efficacia e determinazione le manovre tese ad approfittare della morte del grande dirigente bolscevico per far deragliare la linea per l'edificazione socialista. La linea rappresentata da Stalin si rivelerà a tutti gli effetti esatta, in quanto permise all'URSS di diventare in breve tempo uno Stato moderno e in marcia spedita verso il socialismo.

Occorre far capire il ruolo reale di Stalin e quello di Trotskij nella Rivoluzione d'Ottobre in quanto non si tratta solo della differenza della dirigenza di due persone, ma di intere differenze di linea. Se l'URSS è potuta proseguire nella costruzione del socialismo fino alla brusca interruzione avvenuta con il XX Congresso del PCUS, questo è solo grazie alla linea marxista-leninista implementata e difesa da Stalin.

E se tutti i partiti comunisti e i popoli del mondo che si sono lanciati nell'esperienza della costruzione del socialismo nei loro paesi, lo hanno fatto innalzando la bandiera rossa di Stalin, significa che questa è la bandiera della vittoria.

Fonte : http://scintillarossa.altervista.org/specialeottobre/Ottobre_Stalin.htm









Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

Lettera di un operaio FIAT di Torino

" FCA, la fabbrica modello "

Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.